Magistratura e politica

L’esito del processo a Matteo Salvini, ovvero l’assoluzione “perché il caso non sussiste”, ha immediatamente riportato in primo piano due argomenti da sempre presenti nel dibattito intorno alla Giustizia.

Essi sono il supposto agire indirizzato da volontà politica di certuni magistrati e, anche in conseguenza di questo fatto, istruire processi – costosi in termini di risorse, soldi, tempo -  sulla base di presupposti non sufficientemente verificati e solidi, che possono portare a dei nulla di fatto, come nel caso Salvini/Open Arms, o, addirittura a importanti errori giudiziari.

AnalisiPolitica sonda l’opinione pubblica su questi temi da molti anni ed anche nel 2024, nel mese di dicembre, se ne sono rilevati i dati, attraverso un sondaggio effettuato su un campione nazionale rappresentativo di 1.000 cittadini maggiorenni.

I risultati sono stati messi a confronto con quelli di un sondaggio dalla metodologia identica, effettuato nel 2007. Ci dicono anzitutto come tendenzialmente non sia cambiata l’opinione di una grande maggioranza di italiani che ritiene si essere d’accordo con chi ci dice che “sovente i magistrati agiscono con fini politici".  Il 56% nel 2007 ed il 61% nel 2024; confermati anche dalle percentuali ottenuti dalle rilevazioni intermedie (ogni tre/quattro anni) che ruotano sempre intorno a quelle cifre. Interessante chi risponde di essere “molto d’accordo” con l’affermazione, ossia il 24%, un quarto del campione nazionale. Si tratta principalmente di donne; di età compresa fra i 40 ed i 60 anni; del Nord-Ovest, o comunque delle zone del paese con Pil maggiore. A livello politico, come poteva prevedersi, si ha il 65% tra gli elettori della Lega, il 44% tra quelli di Forza Italia  ed il 32% fra quelli di Fratelli d’Italia. E una questione tipica del centrodestra e certamente la questione Salvini ha influito; ma occorre dire che lo stesso tipo di accentuazione si ritrova anche nel dato del 2007, quando Salvini era un semplice consigliere comunale a Milano e la vicenda Open Arms era ben lungi dal venire.

Rispetto alla responsabilità civile dei giudici, che nel sondaggio si traduce nell’essere d’accordo o in disaccordo con la frase "un magistrato che sbaglia dovrebbe essere responsabile della propria azione", il dato è ancora più chiaro. Costante nel tempo e quasi plebiscitario: l’86% degli italiani, nel 2024, e l’88%, nel 2007, sono favorevoli a qualche forma di responsabilizzazione del magistrato.

In questo caso è quindi più interessante vedere chi non è d’accordo. Sono principalmente giovani con un alto grado di istruzione, più del Sud che del Nord. Si definiscono di sinistra, non di centro e non di destra, ma a livello partitico, votano soprattutto Pd. Movimento 5 Stelle e Alleanza Verdi/Sinistra sono solo sfiorati fa questo fenomeno.