Immigrazione: i più temuti

Una tabella che dice molto. Una tabella che presenta i risultati della stessa domanda, posta nel corso degli anni a campioni rappresentativi di italiani maggiorenni di 1.000 soggetti. La domanda è una delle classiche della sociologia della pubblica opinione, ovvero quella che cerca di valutare il grado di timore percepito dalla popolazione - a torto o a ragione - rispetto alle diverse nazionalità immigrate o gruppi etnici come Sinti e Rom, che più spesso vengono legate a questioni riguardanti la criminalità.

La tabella riporta dati rilevati nel 2008, quasi vent'anni fa; nel 2019, ovvero circa dieci anni dopo; nel 2025, oggi, passati altri sei anni.

20250418 - Immigrati più temuti

E' subito evidente una cosa: per le singole etnie, c'è sempre una chiara tendenza a crescere, a decrescere o a rimanere stabile. Non ci sono "saliscendi".

Oggi sono i nordafricani ad essere percepiti come più pericolosi, con un valore molto alto di citazioni, il 46%; quasi il doppio rispetto ai "secondi" di questa non ragguardevole classifica. Gli africani neri, i subsahariani, sono, infatti al 27%.
Non è sempre stato così, nel 2008 i nordafricani erano appena al 7%. D'altronde, fino agli anni '90, il nordafricano, per la maggior parte degli italiani, era ancora solo il "marocchino" che vendeva le cose in spiaggia. Pur non essendo così nelle grandi città, dove la loro presenza, soprattutto egiziana, si faceva già sentire.
Per gli africani neri, l'evoluzione non è dissimile, anche se meno drastica, contando che nel 2008 il dato era del 3% e oggi al 27%. Insomma, nel suo insieme, come latrice di immigrazione temuta, l'Africa passa dal 10% al 73% in meno di vent'anni.

Al contrario, invece, albanesi e rumeni, grandi protagonisti di inizio millennio nella cronaca dei furti e della prostituzione, offrono un'ottima prestazione. I primi passano dal 36% del 2008 al 9% di oggi; i secondi dal 33% all'11%.
Circa lo stesso percorso, più in piccolo, per altre etnie slave o semislave, come ucraini o moldavi: 9%, 2008; 4%, 2019; 2%, 2025.

Comunemente chiamati zingari, correttamente sono i popoli romaní, in Italia Rom e Sinti. Si sa, non hanno mai avuto buona reputazione. Partono al 39% del 2008, ma, pur diminuendo, visto l'exploit africano, rimangono al 23%. Continuano a non piacere.

Ultima notazione per latinoamericani (di lingua spagnola) e cinesi.
I primi, soprattutto nelle grandi città, sono sempre più al centro delle cronache per ubriachezza molesta, risse, accoltellamenti, e anche per il sempre maggior fenomeno delle gang criminali, filiazione di quelle americane. Salgono di colpo al 16% del 2025, quando ancora nel 2019 erano al 3%.
I cinesi, da sempre presenti in Italia, silenti, lavoratori, sono però, ora, talvolta accomunati a fenomeni di truffa, riduzione in schiavitù, e attività correlabili alla mafia cinese. Dal 3%, salgono al 6%.

Forse c'è un semplice concetto che riassume questa tabella: si chiama volontà di integrazione.

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