Giustizia: la riforma è necessaria

Non è che questo o quel governo si accanisca contro la Giustizia; non è che la destra, o qualche altro settore della politica, voglia soverchiare la Magistratura; non è che questo o quello specifico evento induca i cittadini, o una parte di essi, a inconsueti odî verso i giudici.

E' che la riforma del sistema della giustizia, in Italia, è un bisogno sentito da molti anni.

20250208 - Riforma giustizia 1

AnalisiPolitica da tempo segue la questione e, effettuando periodicamente sondaggi su campioni rappresentativi di cittadini adulti, rileva quote che vanno dal quasi-plebiscitario al plebiscitario.

Quel che può variare è il "molto d'accordo" con "abbastanza d'accordo", indice di maggiore o minore urgenza percepita sul problema, nel dato momento; ma le quote non sono mai scese sotto l'80% della popolazione, anzi spesso sono andate ben oltre. Nel 2013, ad esempio, il dato era al 95%, con il 74% di "molto". Un momento decisamente particolare, l'anno del processo, da molti ritenuto proditorio, a Silvio Berlusconi che lo portarono alla condanna per frode fiscale, con successivo affidamento ai servizi sociali.

Da quando è in carica il Governo Meloni, la riforma sembra effettivamente vicina. Il dibattito politico e mediatico ha assunto toni di maggior concretezza, e la gente è un po' più attenta nel giudizio. Un po' più di "abbastanza" e meno "molto", ma nel complesso si passa dall'80% del 2022 all'84% di oggi.

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Anche il grado di fiducia o non fiducia nella Giustizia è un indicatore dello stesso sentimento; in questo caso, non positivo. Anzi, forse è ancora più eloquente.

E' un dato significativo, il fatto che in Italia, una repubblica democratica e liberale, la maggior parte della popolazione, dichiari sfiducia nella giustizia. Ed è ancora più forte il fatto che il dato negativo, negli anni sia cresciuto: 52% nel 2013; 57% nel 2025, contro il 41% di chi ha fiducia, un gap di 16 punti percentuali. Espresso principalmente nelle zone d'Italia dal Pil più alto, il Nord e la Toscana, da uomini e donne di età intorno ai 40-60 anni; che si definiscono non solo di destra, o centrodestra, ma anche di centro.

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